lunedì 4 maggio 2015

La Pesca a Fondo (PAF)

Tra le tecniche di pesca più praticate di sicuro c’è quella che si effettua dalla spiaggia. I pescatori poco evoluti (senza volere per nulla sminuire coloro che vivono una passione in maniera poco tecnica) tendono a praticare un tipo di pesca “universale” applicando poche variazioni. Tecnicamente invece occorre considerare che gli attrezzi, le montature, i piombi, tutto va adeguato alle condizioni meteomarine che sono presenti nel nostro spot e alle prede che lo frequentano in quel momento. Nasce quindi la differenza tra la Pesca a Fondo (PAF) e il Surf Casting. La PAF si effettua quando il mare è calmo, non sono presenti onde e forti correnti laterali. Va da se che utilizzeremo dei calamenti leggeri, fili sottili e i piombi saranno scelti in base alla distanza che cerchiamo, piuttosto che alla tenuta del moto ondoso. In condizioni da PAF le canne da utilizzare saranno leggere ed idonee a segnalare le abboccate delle principali prede estive, tra le quali la principale è la mormora. Le esche da utilizzare saranno soprattutto anellidi da innescare su fili sottili e ami medio piccoli, tutto ciò per trarre in inganno i pinnuti che in condizione di mare calmo e deboli correnti possono scorgere l’inganno dell’amo e del filo in maniera molto agevole. A tal proposito se pescate di giorno possono tornare utili i monofili in fluorocarbon, un nylon che nell’acqua non crea riflessi, per creare il finale, ovvero quello spezzone di lenza che va dal trave all’amo. Il fluorocarbon è leggermente più rigido del nylon normale, e per questo motivo può tornare utile nella presentazione degli anellidi. In condizioni di PAF notturna il fluorocarbon risulta inutile, in quanto le possibilità da parte dei pesci di scorgere il filo sono ridotte. Anche se sono dell’idea che le configurazioni sono personali e legate al momento vi riporto quella che ritengo una configurazione media, da adattare al momento: Filo in bobina 0,20, Shock leader 0,40, Trave 0,40, Bracciolo 0,18, Piombo 60-100.

4 Comments:

Anonimo said...

Salve, mi piacerebbe ricevere dei consigli sulla pesca a fondo con la bolognese. Pesco dal porto di San Benedetto del Tronto ed in questo periodo - notte o giorno dall'alba in poi - sono indeciso su quali terminali ed esche utilizzare. Qualcuno mi ha consigliato il cavo d'acciaio per i gronchi con un terminale con piombo passante o a perdere (in assenza di vento e con mare più o meno calmo, addirittura senza piombo, collegando il filo in bobina dello 0,40, mediante una girella, un terminale semplice, uno spezzone di 0,50 con un amo del 2 ed esche del tipo: sarda, alici o anelidi come americano, bibi, coreano) con calamenti pesanti. Oppure il classico terminale long arm o pater noster con calamenti più leggeri - di mattina o pomeriggio - per insidiare spigole orate saraghi.

Potete indicarmi, anche con uno schema, il terminale e l'esca più giusta in questo periodo dell'anno?

Grazie mille e complimenti per il vostro lavoro, sempre più che impeccabile

Eduardo P.

San Benedetto del Tronto

Segreti della Pesca said...

caro eduardo, i consigli che ti hanno dato sono tutti corratti, tranne hce per il fatto che nn si tratta di pesca alla bolognese ma di pesca a fondo. ti consoglio pertanto di cercare nei tag pesca a fondo, terminali e gronghi per trovare gli articoli da te richiesti. Per completezza i tag sono el parole chiave che trovi in fondo agli articoli o nella raccolta tag nella colonna di destra. Grazie per i comolimenti e contattaci per ogni dubbio. A presto.

Anonimo said...

Universale???
Secondo me ti sbagli...
C'è anche chi di variazioni ne fa tante...
Specie se applichi le esperienze del SC alla PAF...

Segreti della Pesca said...

credo tu abbia frainteso il senso dell'articolo