domenica 30 novembre 2014

Mulinello: frizione anteriore vs frizione posteriore

Come descritto in questo articolo la frizione del mulinello seve ad evitare stress al filo. Attualmente un mulinello a presa diretta sarebbe improponibile, sopratutto al grande pubblico, poichè difficile da gestire. Tuttavia occorre specificare che i pescatori di un certo livello quando praticano la pesca dal molo sono soliti avere tutta la frizione chiusa e lavorano il pesca cedendo e recuperando filo, avendo cura di lasciare libera la manovella nelle prime fughe del pesce. Un modo di pescare da veri professionisti che conoscono il pesce e l'attrezzatura che usano. Per coloro che invece usano la frizione in maniera classica al momento dell'acquisto occorre scegliere tra mulinello a frizione anteriore o frizione posteriore. I due modelli si distinguono dalla presenza della ghiera di regolazione nella parte della bobbina o dietro il mulinello. La differenza non è solo nella posizione ma anche nella fnzionalità. La frizione anteriore, grazie agli spazi disponibili sulla bobbina, presenta dischi di dimensioni maggio che permettono di modulare l'attrito, e quindi hanno una regolazione più fine ma sopratutto un amaggiore modularità nell'azione di pesca. D'altro canto per pesche fatte di continue regolazioni come bolognese e inglese occorre specificare che non è molto pratica da regolare e può far perdere tempo prezioso. La frizione posteriore ha la ghiera di regolazione in posizione più pratica ma soffre le dimensioni ridotte dei dischi che danno un effetto aperto chiuso. In pratica la frizione modula poco il suo effetto ed è aperta o chiusa, quindi occorre sapere bene come regolarla e quando cede filo. E' però utilissima per regolarne l'azione diverse volte durante il recupero, come faccio io, tipo aprendola molto durante le prime fasi per poi stringerla di poco dopo ogni fuga. A mio avviso tattica utilissima nella pesca a bolo e inglese per stancare il pesce e non deteriorare la montatura ad ogni pesce. In definitiva peri piccoli mulinelli meglio la frizione posteriore se si va a pesca al colpo, mentre per le grosse macchine da surf, bolentino e anche spinning meglio un mulinello a frizione anteriore capace di carichi maggiori e prestazioni modulabili. In foto c'è un mulinello con leva di combattimento. In alcuni modelli è presente in altri no, non è indispensabile, ma comunque molto utile, permette di avere la frizione tarata al punto giusto e con un semplice movimento da destra a sinistra si può allentarla o riportarla come in precedenza, utile in caso di trazione improvvisa del pesce.

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giovedì 20 novembre 2014

Sfilettare il pesce

Saper sfilettare il pesce è fondamentale in cucina poichè molte ricette non prevedono la cottura del pinnuto meramente eviscerato ma l'utilizzo del solo filetto, parte nobile e povera di spine. Inoltre molti di noi che vanno a pesca sanno che per insidiare i grossi predatori occorre innescare il filetto di un pesce. In genere si utilizzano pesci poco costosi e con le carni ricche di olii che si sciolgono lentamente e creano una scia che porta i predatori al cospetto delle nostre esche. Tra i filetti più utilizzati vi sono quello di muggine, sgombro e spigolette di allevamento (molto grasse). Ricordate che per sfilettare correttamente occorre munirsi di un coltello dalla lama sottile e flessibile capace di infilarsi tra le carni e la pelle. Esercitatevi ed i risultati non tareranno ad arivare.

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venerdì 14 novembre 2014

I pericoli a pesca - ferirsi con l'amo

Una delle ferite più comuni che si riportano a pesca è quella che ci si procura con l'amo da pesca. L'amo è costruito e progettato per entrare nei tessiti molli e rimanerci agganciato, per cui se inavvertitamente capita di autoallamarsi occorre seguire delle semplici ma dolorose operazioni. Questo tipo di ferita si genera quando si perde il controlli del filo del terminale che si tende e aggancia la pelle, penetrando nel tessuto. Passata al prima fase di stupore e paura occorre procedere lentamente facendosi aiutare da qualcuno pratico e poco pauroso. Innanzitutto si deve togliere il filo dall'amo per essere liberi nei movimenti, poi versare alcool o acqua ossigenata per ridurre la carica batterica presente sull'amo. Essendo gli ami muniti di ardiglione è inutile provare ad estrarre l'amo verso la parte posteriore poichè si lacerano i tessuti e si proverebbe un dolore lancinante. Occorre invece fare uscire tutta la parte della punta e dell'ardiglione all'esterno della ferita (come se fosse un percing), poi con una tronchesina occorre tagliare la parte iniziale dell'amo sin dopo l'ardiglione e solo in questa fase sfilare via l'amo. Queste operazioni sono semplici ma devono essere praticate con fermezza e calma, evitando di martoriare i tessuti e di provocare ulteriori lacerazioni. La parte va subito cosparsa si alcool o altro battericida e poi ci si deve portare al pronto soccorso per effettuare una visita con relativa cura medica. Se non ci si sente in grado di praticare la manovra descritta portaresi al pronto soccorso dove i medici sono abituati a curare ferite di questo tipo. Nel caso ci si dovesse ferire con la'ncoretta degli artificiali da spinning staccare l'ancoretta dall'artificiale e poi tagliare l'ancoretta con la tenaglia. La nostra speranza è che non abbiate mai bisogno di seguire queste istruzioni, cmq rivolgetevi sempre al pronto soccorso per le cure del caso.

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martedì 4 novembre 2014

Esche: il murice

Tutti noi conosciamo il colore porpora, rosso intenso e legato a vecchie tradizioni legate alla tintura delle stoffe. I porporati attualmente sono i cardinali come risultato di un retaggio culturale vecchio di millenni che voleva color porpora le tuniche dei sacerdoti dei vari templi. All'epoca il colore non veniva dato da sostanze di sintesi ma si otteneva da alcuni molluschi che venivano pescati in grande quantità nel mediterraneo. Una volte portati a terra le donne rompevano la conchiglia, portavano a nudo il corpo del mollusco e ne prendevano la sola sacca che conteneva il pigmento. Questa veniva essiccata e solo a processo terminato si otteneva una polvere che era in grado di donare un colore rosso scuro alle stoffe. Oggi il murice (chiamato spesso rancione per il colore che può donare) è un mollusco che spesso i pescatori trovano nelle reti e al quale non viene riconosciuto un grande valore economico o gastronomico. Noi pescatori però possiamo utilizzare questo mollusco a pesca per attirare belle prede ghiotte del boccone saporito. Qualsiasi pesca fate ricordate che la sacca di colore giallo contenente il liquido colorante è la parte più pregiata del mollusco in quanto attira i pinnuti si stazza. Quindi non rompetela o pungetela con l'ago ma fate in modo che la sacca resti integra. Una volta sul fondo i piccoli pesci attaccheranno il murice rompendone la sacca ed il liquido attirerà i pesci grossi. In pratica state pasturando proprio vicino all'esca: il sogno di ogni pescatore. Che voi siate in spiaggia, suglio scogli o in barca ricordate che potete rompere la conchiglia con un martello, ma esiste un trucco per stanare velocemente il murice (se lo avete conservato vivo) senza danneggiarlo. Prendete un accendino e scaldate leggermente la parte finale della conchiglia. Il mollusco uscirà di pochi centimetri per sfuggire al caldo e voi lo avrete a tiro agevolmente senza dovelo prendere a martellate. Ricordate di innescarlo ad un amo non troppo grande e di salvaguardare la sua vitalità, ma rimuovete l'opercolo coriaceo che ne ricopre il piede. Se ne prendete una bella quantità di quelli vivi potete tenerli in una nassa sotto la vostra barca per diversi mesi avendo l'accortezza di lasciar enella nassa una sarda a settimana. Il murice è fenomenale a bolentino e a surf casting, anche se si riscontrano ottime catture anche a pesca a fondo in spot con fondo misto.

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