sabato 29 giugno 2013

Vermoni siliconici per black bass

I bass sono pesci d'acqua dolce, e come tali sono abituati a mangiare nel loro ambiente naturale anellidi e piccoli insetti che arrivano in acqua. Nello specifico a fondo i bass si possono pescare anche con cavallette o lombrichi essendo animali che i bass sono abituati a predare quando cadono inavvertitamente in acqua. Per i lombrichi da sempre si usano nella pesca al bass dei vermi siliconici che imitano alla perfezione questo anellide. I bass sono abituati a magiare questi vermi poichè nel periodo dele piogge l'acqua piovana che ruscella sulle sponde ne causa una leggera erosione che porta allo scoperto questi vermi. Una volta portati dall'acqua cadono nel lago o nel fiume e qui i bass ne sentono le vibrazioni dovute al loro dimenarsi nel mezzo acquatico. Il black bass, che spesso si nasconde tra le canne o dietro gli ostacoli, sopraggiunge e attacca l'anellide. L'azione di pesca prevede semrpe lunghe soste e minuti recuperi per far muovere e saltellare lentamente il siliconico sul fondo. Soli in questo modo si da al bass il tempo di avvicinarsi e predare, quindi nelle fasi di pausa occorre abbassare leggermente l acima per dare un poc di bando che eprmette al bass di non sentire trazione. All'abboccata occorre ferrare e recuperare regolarmente. Pe ril colore in acque scure è opportuno usare colori chiari e sgargianti per avere una buona segnalazione vsiva mentre in acque scure si utilizzano colori naturali.

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giovedì 27 giugno 2013

Pescare la spigola a bolognese

Se la spigola viene comunemente chiamata la regina dei mari un motivo ci sarà. E' lei la preda più ambita, la più scettica nei confronti delle nostre esche e la più guardinga. Anche se vede i bigattini scendere si ciba di quelli "naturali" e si tiene lontana da quelli che scendono in maniera veloce (forse appesantiti da un amo troppo grosso). Per attirarla occorre giocare di astuzia, nascondere gli ami e pasturare con regolarità, stuzzicare il suo appetito ma non fare un tappeto di bigattini sul fondo che le darebbe troppa scelta. Nella nostra introduzione alla bolognese abbiamo già parlato della canna e del mulinello con relativo filo in bobina. Preparate un finale con del filo 0,10 di cui gli ultimi 1.5 mt saranno dedicati allo svolazzo. Uno svolazzo cosi lungo si usa in genre o con la spigola o con pesci molto sospettosi per i quali occorre avere il bigattino che fluttua in corrente. I due metri di finale prima dello svolazzo vanno utilizzati per la piombatura. Se utilizzate il galleggiante da 1 gr disponete la piombatura necessaria nei due metri prima dello svolazzo avendo cura di disporre i piombi più pesanti (mai oltre 0,1 gr mare permettendo) nella parte superiore della paratura e quelli più leggeri nei pressi dello svolazzo (potete arrivare a 0,01 ma in genere 0,04 bastano). Amo del 20 e bigattino singolo o doppio a seconda delle vostre preferenze e di quelle dei pesci. Pasturazione e scelta del galleggiante nei prossimi articoli.

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lunedì 24 giugno 2013

Il bigattino a beach ledgering

Come si diceva nell'introduzione al beach ledgering la nascita di questa tecnica è legata alla pesca in acque interne nel regno unito dove la si pratica solo ed esclusivamente con il pasturatore. Questo può essere riempito di larve di mosca carnaria piuttosto che di pastura o altro. Nel secondo caso il pasturatore prende il nome di method e iene usato per insidiare sopratutto carpe. Nel suo adattamento in mare volendo praticare la tecnica in purezza occorre pescare con il pasturatore riempito a bigattini e questi stessi o degli anellidi all'amo. Per il pasturatore possiamo acquistare quelli ovali già piombati o in alternativa dei paturatori senza piombo ai quali provvederemo a dare peso inserendo all'interno la zavorra necessaria per tenere il mare e raggiungere le distanze necessarie. L'utilizzo del bigattino è necessario in quanto ci permette di attirare i pesci anche da lontano e di tenerli in pastura. Ovvero i pinnuti si mettono in cerca del bigattino seguendone la scia e arrivano nei pressi della "fonte" dove trovano anche le nostre insidie. Per catturare prede più prestigiose o di taglia conviene mettere all'amo un anellide o altra esca più corposa del bigattino di modo che si crei competizione per il boccone migliore. I pasturatori in genere presentano numerosi buchi e tutti piuttosto grandi. Questo causa un repentino svuotamento del pasturatore con azione di pesca poco efficace. Per ovviare a questo problema possiamo occludere alcuni fori con nastro adesivo o colla a caldo o mischiare i bigattini con della pastura per ottenere effetto richiamo e elntezza nel rilascio delle larve.

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mercoledì 19 giugno 2013

Prede: le occhiate

Tra le prede da insidiare a pesca non possiamo tralasciare la trattazione delle occhiate, specie sportiva e divertente che con la sua presenza rende liete le giornate dedicate alla nostra passione. Questi pesci sono piccoli sparidi di superficie o mezz'acqua che si muovono in branco e attaccano tutto ciò che rilevano come commestibile. La pasturazione, il bigattino e la loro prenza in branco li rende una specie molto sportiva e divertente in quanto le catture sono numerose e repentine e, a dispetto delle loro dimensioni, combattono con tutte le loro forze sino a quando non le portiamo a guadino. Dal punto di vista morfologico si presentano con un colore grigio argenteo di fondo e una macchia nera rotonda all'attaccatura della coda, da qui il nome occhiata. Le dimensioni vanno dai pochi centimetri ai 30, con esemplari dal peso di anche mezzo chilo. Sono pesci di branco che spesso si fanno trasportare dalla corrente piuttosto che risalirla, quindi popolano le zone a ridosso di scogliere, frangiflutti e moli dove cercano cibo e competono per lo stesso. Nell'azione di pesca è molto importante la pastura in quanto attira le occhiate e le tiene in zona, permettendoci di catturarle agevolmente. Nella preparazione della stessa occorre usare poca acqua per facilitare il disgregarsi della stessa nella zona alta della colonna d'acqua. La pesca alle occhiate si può fare con tecnica inglese o bolognese, o in alternativa con il natello dalla barca. A fondo possiamo catturare delle occhiate con tutte le esche avendo cura di utilizzare dei popup per sollevare l'esca dal fondo. Se pescate dei piccoli esemplari abbiate cura di slamarli e rimetterli in acqua. Qui qualche video sulle orate.

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martedì 18 giugno 2013

La trainetta per ingannare le mormore

Con l'avvicinarsi della bella stagione si inizia a ragionare sulle strategie vincenti per ingannare le prede più comuni e tra queste non poteva mancare un approfondimento sulla trainetta, tecnica utilissima per insidiare le mormore quando si pesca dalla spiaggia. La mormora è uno dei pesci più diffusi delle nostre coste, si avvicina la notte, con il massimo interesse quando ci sono i picchi di marea, alla ricerca di anelidi che cerca con il muso nella sabbia. La mormora sa per esperienza che quando si avvicina le arenicole et similia ne sentono le vibrazioni e tendono ad insabbiarsi, muovendo la sabbia nella fuga e creando la famosa nuvoletta. Per questo motivo se crediamo ci siano delle mormore in giro per attirarle possiamo recuperare lentamente la nostra esca facendo delle pause e delle ripartenze sempre molto lente. Per la trainetta occorre un piombo che abbia piccoli rampini o bordi vivi in modo da muovere la sabbia senza ararla in profondità. Usate ami piccoli e con gambo corto e armatevi di buona volontà ed olio di gomito. Come esche arenicole e coreano in primis ma provate pure con la guaina del filo elettrico. Ricordate infine che la trainetta è molto efficace sulle mormore ma attira un pò tutti i pinnuti, quindi aspettatevi di tutto.

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mercoledì 12 giugno 2013

Prede: Il cefalo

Tra tutti i pesci di mare il più adattabile a tutte le condizioni è certamente il cefalo. Salinità, inquinamento, fondale, cibo, predatori nulla possono contro questi pesci dalle innumerevoli risorse. Vivono in branco generalmente in aree riparate come porti e scogliere e si cibano di tutto quello che il fondale offre di buono. Si presentano dalla forma affusolata con pinna dorsale piccola e con raggi spinosi, colore chiaro con striature grigie, bocca piccola adatta a succhiare più che ingoiare. Visti sott'acqua i cefali si presentano in gruppo in cerca di cibo. Attirati dalla nostra pastura arrivano nei pressi della nostra postazione di pesca dove trovano sia la pastura sul fondo che quella all'amo. L'istinto li spinge a succhiare le nostra palle di pastura ed è qui che noi dobbiamo essere bravi a ferrare al momento giusto per allamare il cefalo. Storicamente questo pesce è sempre stato una importante risorsa per le marinerie in quanto si cattura agevolmente con le reti e oltre alle carni da anche dell'ottima bottarga, ottenuta dall'essiccazione delle sacche ovariche. Spesso è anche stato allevato nelle paludi costire o nei laghi salati, ma anche in quelli di acqua dolce dove si adatta egregiamente. Metodi sportivi di pesca sono sicramente la pesca con la pastella e quella col bigattino. Alcuni pescatori poco sportivi praticano la pesca a strappo con la mazzetta o l'ancoretta, tecniche poco sportive che mirano al numero di catture più che alla qualità delle stesse. Da questo punto di vista ci sentiamo di sconsigliarvi questa pesca distruttiva e di concentrarvi sull'affinamento delle tecniche id pesca al colpo ad amo singolo.

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domenica 9 giugno 2013

Quando lo scorfano incontra l'inchiku

Splendido esemplare di scorfano rosso pescato da Emidio Pascucci in una fantastica battuta di pesca ad inchiku nel mare adriatico, nei fondali antistanti le coste di Ortona (CH). La particolare tecnica dell'inchiku, imitando un piccolo cefalopode che si muove faticosamente sul fondale marino, attrae molti predatori come dentici, ricciole, scorfani, tunnidi e sparidi in genere. Prossimamente proporremo un articolo dedicato a questa tecnica, proponendo diverse soluzioni per migliorare l'attrattivita' delle esche. Esca artificiale utilizzata : shimano bottom ship 200 gr.


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giovedì 6 giugno 2013

Il trecciato a pesca

Dyneema, dacron o trecciato, questi sono i nomi per un prodotto che ha rivoluzionato il mondo della pesca. Tutti sappiamo che il nylon è il filo da pesca per eccellenza. Il nylon con i suoi mille additivi segreti nel corso degli anni ha variato le proprie caratteristiche di elasticità, memoria, allungamento, tenuta al nodo, reistenza alla salsedine, impermeabilità. I monofili nel corso degli ultimi 20 anni si sono rivoluzionati. Il fluorocarbon di prima generazione riflette meno la luce, i fili da bobbina sono spesso ricoperti di una guaina di silicone per scorrere meglio e resistere al sale, i fili sottili ora spesso sono resitenti come non mai. Ma esiste un nuovo prodotto ha rivoluzionato il mondo della pesca: il trecciato. Come dice il nome steso questo prodotto non è un monofilo ma il risultato dell'intrecciamento di numerosi fili (inizialmente di dacron, polimero brevettato a basa di poliestere). Il risultato iniziale è stato sbalorditivo. Altissima resistenza del silo intesa come carico di rottura dovuta ad una ottima intuizione: il carico di rottura non è funzione del diametro del filo ma delle sommedei diametri di tutti i fili che compongono la treccia. Un po come il cavo di acciaio che si usa in indstria, anche li è una treccia. Altre caratteristiche sono allungamento nullo, quindi zero elasticità, scarsa resitenza all'abrasione, resistenza al sale, media tenuta al nodo. Grazie alle sue caratteristiche il trecciato si è subito imposto come base per tutte le tecniche di pesca a spinning poichè i fili sottili e resitenti aiutano a lanciare lontano, con l'unica pecca delle rotture dovute allo sfregamento contro gli ostacoli sommersi.Un'altra disciplina che si è giovata del trecciato è stato il bolentino. Qui si pesca anche a 200 - 300 metri di profondità e il nylon con la sua elasticidà da un forte ritardo nella ferrata e scarsa sensibilità alla canna. Con il trecciato invece si ottiene ferrata pronta e massima sensibilità. Anche nel surf casting il trecciato ha avuto un qualche utilizzo. Infatti nella preparazione dello shock leader si utilizza spesso del trecciato in quanto fornisce la stessa resistenza di un monofilo di 0,5 0,6 mm con un quarto del diametro, con l'evidente vantaggio di fare il nodo di giunzione tra due fili di diametro simile. Inoltre anche il caricamento della cana in fase di lancio è più veloce essendo nulla l'elasticità (in confronto allo SL in nylon). Alcuni pescatori poi hanno provato ad imbobbinare il trecciato per i muli da surf ma con scarsi risultati essendo alta la probabilità di groviglio. Quando vi apprestate ad utilizzare del multifibra su una canna ricordatevi di controllare che gli anelli siano in pietra sic in quanto il trecciato ha la capacità di tagliare gli anelli se sono di materiale morbido. Inoltre nel lancio proteggete il dito che tiene il filo con un salvadito in quanto una falsa partenza o un impedimento possono rpovocare ferite anche profonde la vostro polpastrello.

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martedì 4 giugno 2013

La cura della canna

Tra gli attrezzi che ci fanno sempre compagnia a pesca non possono di certo mancare le canne. Oggi tutti gli attrezzi sono realizzati in materiali compositi, quasi sempre carbonio ad alto modulo e di ottima qualità. Tutti abbiamo poi nella nostra sacca molte canne da pesca per utilizzare quella che al momento si adatta meglio alla situazione. La canna però nn va usata e poi abbandonata nel portacanne ma va curata per tenerla sempre in perfetta efficienza. I problemi più frequenti che possiamo riscontare sono le ossidazioni degli anelli e la scollatura della resina che tiene i supporti degli anelli sulle sezioni della canna. La causa di questi problemi è la salsedine, infatti anche se la nostra canna non viene mai immersa nell'acqua (ad esclusione delle inglesi ad innesti) il filo dirante il recupero porta cons e dell'acqua di mare che si deposita necessariamente sugli anelli. Problemi minori sono la presenza di sabbia all'interno delle sezioni delle canne telescopiche e l'ossidazione del tappo del pedone, nel caso in cui questo non fosse di gomma. Per ovviare a tutti questi problemi ad intervalli regolari occorre lavare le canne con attenzione. Portate le canne nel vano doccia di casa vostra, posizionate le canne in verticale e sciacquate con molta cura la canna sezione per sezione. Dopo prendete un vecchio spazzolino da denti e strofinate gli anelli uno alal volta, avendo cura di eliminare resti di alghe, esca, sabbia. Finita questa operazione Mettete le canne a testa in sotto (col pedone rivolto verso l'alto), rimuovete il tappo ed armati di un imbuto fare passare molta acqua all'interno delle sezioni. Questa operazione è necessaria per rimuovere sabbia e salsedine dall'interno delel sezioni, in zone difficilmente ispezionabili. Una volte terminata questa operazione ponete le canne in un secchio con i pedoni verso il fondo dello stesso e fate gocciolare per bene, dopo mettete le stesse al sole per far asciugare l'acqua dalla parte interna. Badate bene che questa operazione può richiedere molte ore. Se non asciugherete tutta l'acqua alla prossima pescata le sezioni potrebbero incastrarsi più del dovuto e poi avrete problemi a richiudere le vostre telescopiche. Per salvagauardare gli anelli dallìossidazione vi consiglio di spruzzarli con dello spray al silicone. Va da se che canne ripartite ed ad innesti si possono sciacquare solo all'esterno.

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