martedì 13 gennaio 2015

Pesci pericolosi parte seconda - tracine e scorfani

Pesci più o meno pericolosi per l'uomo sono diffusi in tutto il mondo, spesso sono anche sui banchi della pescheria o nel piatto ma li non corriamo rischi in quanto da morti possono fare pochi danni (o da cucinati in presenza di tossine termolabili). Uno dei pesci più famosi per i problemi creati ai pescatori è la tracina, classificato come il pesce più velenoso delle nostre coste e reponsabile di alcuni decessi l'anno. Questo pesce presenta sul dorso degli aculei che iniettano un veleno molto doloroso. Spesso il contatto con l'aculeo avviene in mare (tipo camminando a piedi nudi) o a pesca tentando di slamare il pinnuto. Dopo pochi secondi dalla puntura il veleno (una neurotossina) si diffonde nei tessuti rendendoli leggermente ipertrofici e provocando arrossamento. A seconda della quantità di veleno iniettato i sintomi possono perdurare sino a 7-10 giorni, con reazioni tossiche registarte a seguito di shock anafilattico. La tossina della tracina è fortunatamente termolabile, oltre che degradabile con ammoniaca. Per questo motivo dopo la puntura potete tenere la mano al caldo (lo so che a pesca è difficile) o urinanrci sopra se nn avete dell'ammoniaca nello zaino. Analogamente alla tracina anche lo scorfano è munito di aculei velenosi che però danno roigine a dolori meno intensi, anche se i tessuti interessati alla puntura vanno incntro più facilmente alla cancrena. Il trattamento della ferita è analogo a quello che si adotta per le punture delle tracine, avendo solo cura di assumere antibiotici in casi di particolare gravità.Complimenti all'amico di facebook che ci ha fornito la foto di questa bellissima tracina.

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sabato 3 gennaio 2015

Il surfcasting

Il surfcasting è definito tecnicamente come la pesca dalla spiaggia in presenza di moto ondoso. Va da se che le attrezzature dovranno essere in grado di lanciare zavorre pesanti, utilizzate sia per vincere la forza del mare che per lanciare lontano le nostre esche. A questo punto occorre chiedersi: perché vado in spiaggia in inverno, col mal tempo, vento ed onda?? Il motivo è da ricercare nella biologia marina e nelle abitudini dei predatori e grufolatori. Quando l’onda si frange sulla spiaggia rivolta lo strato superficiale della sabbia, portando in superficie una moltitudine di crostacei, anellidi ed similia che attirano i piccoli pesci i quali attirano i predatori. In poche parole tutta la catena alimentare si trova li, a pochi metri dalla battigia a portata di canna del surfcaster capace di interpetrare la perturbazione. Infatti se andiamo in spiaggia nel bel mezzo di una mareggiata avremo seri problemi a stare in pesca, ed i risultati lasceranno a desiderare. Occorre andare in spiaggia quando il mare inizia a calmarsi, nel momento definito scaduta. Come tutti i fenomeni naturali non esiste una legge matematica per riconoscere la scaduta, ma si intende con questo termine il momento il cui il mare inizia a calmarsi, cala il vento che ha generato la mareggiata e il mare scarica la sua energia residua. Il punto dove si genera l’onda dovrebbe essere il più fruttuoso in quanto li si vengono a creare delle formazioni dove si accumula il materiale detritico, crostacei e anellidi, e si crea l’impianto da surf. Se avete problemi a raggiungere tale zona state a cuor tranquillo, lanciano nella schiuma potrete allamare dei bellissima saraghi, e a scaduta avanzata anche la spigola non mancherà di farvi visita. Mentre nella pesca a fondo c’è un largo uso di anellidi in condisurf c’è bisogno di esche proteiche, capaci di attirare grossi predatori, alla ricerca di un pranzo lauto. Quindi largo a fasolare, sarda, filetto di muggine, cannolicchi, seppia. Ricordate di usare ami generosi, lenze per i finali e i muli belli grossi e piombi dal peso e le dimensioni adeguate. Anche se sono dell’idea che le configurazioni sono personali e legate al momento vi riporto quella che ritengo una configurazione media, da adattare al momento.

Filo in bobina 0,35 mm
Shock leader 0,60
Bracciolo 0,26 – 0,30 – 0,40
Ami zerati di dimensioni appropriate all’esca
Piombo a piramide, sfera, cono da 5 oz – 150 gr.

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