lunedì 30 dicembre 2013

Squalo a Portici

Oggi al porto del Granatelo, a Portici - Napoli, è arrivato un pesce davvero singolare, uno squalo davvero grosso che è finito nelle reti del peschereccio. A prima vista il pesce è uno squalo volpe ed è stato catturato usando una rete da posta, tipo di pesca odioso e distruttivo ma molto praticato dai pescatori professionisti costieri per catturare tutto ciò che si avvicina alla costa. Lo squalo volpe è facilmente riconoscibile sia dalla lunghezza, massimo sei metri, che dalla lunga coda che usa sia per nuotare che per colpire le prede che caccia. Chissà cosa se ne faranno di questo pesce, qualcuno già dice che domani sarà sui banchi del pesce al mercato di portici venduto a tranci e spacciato per prede ben più blasonate. Qui un articolo sullo squalo pescato a Portici.

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venerdì 13 dicembre 2013

Esche: L'oloturia

L'oloturia o cetriolo di mare è un animale dalla forma a cilindro che popola i nostri mari vivendo sulle scogliere o sulle zone di misto. si trova in genere tutto l'anno ed conosciuta a livello biologico per una relazione simbiotica con un piccolo pesce. A livello alieutico i primi a comprenderne le potenzialità furono i pescatori di palamito che iniziarono ad innescarla per pecare i sarghi. In effetti col tempo si è diffuso il suo uso, anche se la complesstità della preparazione scoragga i pescatori meno esperti. Una volta presa l'oloturia sulla scogliera o sulla spiaggia dopo una mareggiata occorre munirsi di un coltello appuntito e di una base di appoggio dove tagliare l'animale. Dobbiamo praticare due tagli aagli estremi per eliminarne le parti distali e poi tagliarla nel senso della lunghezza. A questo punto gettiamo via gli organi interni e ci troviamo di fronte un rettangolo formato dalla pelle esterna e da "carne" o meglio tessuto connettivo interno che sarà la nostr esca. Muniamoci quindi di coltello e tanta pazienza e separiamo la pella dalla parte bianca. Questa operazione è lunga e difficoltosa e spesso alcuni si siutano anche con un cucchiaio ineserendolo tra i due tessuti. Una volta finito occorre tagliare la parte ottenuta a pezzi e metterla sull'amo con del filo elastico. Molto usata a surfasting, bolentino e palamito attira grazie al suo odore forte e pungente, micidiale con i saraghi ma efficiante a mare mosso con tutti i grossi predatori. Provare per credere.

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giovedì 5 dicembre 2013

Pescare col vivo

A pesca tutti sappiamo che nulla è da dare per scontato. Il groso predatore come la bavosa o la tracina possono allamarsi su qualsiasi esca, cosi come le condimeteo, la luna e le maree non sono altro che indicazioni per il pescatore esperto. Una regola però esiste: il grosso predatore cerca il pesce vivo. Mettiamoci nei panni di un grosso predatore (io vorrei essere una leccia amia) e ipotizziamo di essere in caccia. Cosa potrebbe attirare la mia attenzione?? Un trancio sgallato? Una porzione abbondante di esca rossa? Un popper che si muove a tutta birra creando spruzzi e vibrazioni? Mah, la leccia tra tutte queste chances preferisce solo un pesce in difficoltà. Per quanto noi possiamo sforzarci di imitare la natura e le sue creature mai potremo ricreare il vivo. Un pesce vivo e con due ami sul groppone si nuove emettendo vibrazioni, va su e giù e cerca un possibile riparo dove intanarsi. Ed è proprio su questo tipo di preda che si abbatte il predatore. Infatti sente la difficoltà del pesce, lo cerca e banalmente lo mangia, facendo anche un servizio alla sua specie eliminandone un esemplare in difficoltà. I pesci catturabili tramite questa tecnica sono ad esempio la leccie amia, i pesci serra, le spigole, le ricciole, i dentici, i barracuda etc..). Questa tecnica si basa sull’avere un pesce vivo in acqua con due ami sul groppone, una canna e un mulo potenti e la frizione rigorosamente aperta. Le tecniche principali sono la teleferica e il palloncino, e verranno trattate entrambe nei prossimi articoli.

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martedì 3 dicembre 2013

Scegliere il terminale da surfcasting: Long arm, paternoster o short rovesciato

Scriviamo questo articolo su richiesta di un lettore che su facebook ci chiedeva lumi sulla scelta del termianle da utilizzare nela pesca a surfcasting. Iniziamo con il dire che i terminali tra i quali ( in genere) si sceglie sono il paternoster, il long arm o lo short. Mentre il paternoster è un terminale con 2 snodi e due ami il long arm e lo short sono in pratica lo stesso terminale. La differenza tra i due è data dalla posizione nella quale mettiamo lo snodo. Se lo spostiamo verso il trave otteniamo il long arm, ottimo per pescare in presenza di forte turbolenza in quanto la corrente alza l'esca, evitando gli strati bassi dell'acqua che sono i più torbidi. Lo short si utilizza con bassa turbolenza quando vogliamo pescare sul fondo. Infine il paternoster si usa in turbolenza quando cerchiamo i saarghi. Usiamo 2 snodi sul trave, con lunghezza dei braccioli semopre al di sotto di 50 cm. In rari casi possiamo fare un paternoster molto lungo (2 mt) e montare braccioli di un metro, ma questo terminale si usa solo a mare calmo, spesso flotterando il terminale alto alla ricerca di pesci di galla. Inoltre il paternoster può essere anche usato con bracciolo suepriore flotterato lungo 30 cm e quello basso di circa 80 cm aòòa ricerca dei grufolatori. Ricordate che in presenza di turbolenza si accorcia il bracciolo e si aumenta il suo diametro, a mare calmo si allunga il bracciolo e si diminuisce il suo diametro.

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