mercoledì 31 ottobre 2012

Kipsta: gioca ovunque, con qualunque temperatura!


Continuiamo ad occuparci di attrezzatura da pesca con uno sguardo ad un capo tecnico molto importante nella stagione fredda per garantire la termoregolazione al nostro corpo al freddo ed in inverno. Immaginiamo di essere a pesca e di avere la nostra tuta termica, ottimo, ma al di sotto cosa indossiamo? Il vento freddo incalza, ma poi il sole potrebbe scaldare, e durante una pescata capita di avere anche tre o quattro cambi di clima. Occorre qualcosa che ci metta a nostro agio, comodo, caldo, adattabile ... in due parole un capo intelligente. Oggi tutto ciò è disponibile ed accessibile a tutti: Kipsta. E' l'intimo termico di ottima fattura creato proprio per favorire la termoregolazione e la traspirazione, cioè tiene caldo senza far sudare (evita l'effetto busta di plastica), è fatto senza cuciture per non infiammare la pelle e segue le forme del corpo. Ottimo per tutte le attività sportive e dove occorre essere caldi, diciamo che è una maglietta intima di ultima generazione. Il costo è accessibile, diciassette euro per adulti e sedici per bambino, e la qualità è garantita da Decathlon, un colosso del settore che non ha mai deluso gli sportivi che si affidano ai suoi prodotti.


 

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lunedì 29 ottobre 2012

Cernia bruna 21 kg

Oggi pubblichiamo la cattura di un caro amico di facebook, Nicola C., con il quale ci si intrattiene spesso parlando di pesca e poco altro. Da grande pescatore ci ha omaggiato di alcune foto di una grossa cernia da lui pescata. Nello specifico si tratta di una cernia bruna adulta dal peso 21kg. E' stata pescata a bolentino su 55m di fondale, come esca Nicola ha utilizzato il sugherello vivo. La lenza in bobbina era dello 0.30mm e il tempo recupero è stato di 8min. "Un vero godimento schiodarla dal fondo!" ha detto Nicola ancora entusiasta per la bella cattura. Noi di SdP non possiamo che congratularci per la bellissima preda e alziamo un appello affinche le cernie siano trattenute solo se grosse epr permettere a questi maestosi animali di riprodursi.

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giovedì 25 ottobre 2012

Esche: Il bigattino artificiale

Ultimamente mi sono trovato a parlare con alcuni amici pescatori delle presunte novità nel mondo della pesca e vi posso dire di avere trovato un articolo di cui parlarvi. Premetto che non sono sicuro della sua utilità ma di certo potrebbe esere una variante nella presentazione dell'esca: il bigattino artificiale. Queste larve sono in gomma morbida e riproducono fedelmente un bigattino vero nella forma e nella dimensione. Sono prodotti con materiali morbidi e leggermente galleggianti e possono essere utilizzati per produrre inneschi leggeri e particolarmente flottanti. Danno il meglio se utilizati in congiunzione con vermi reali in quanto il bigattino reale si muove ed emette vibrazioni mentre quello in silicone stà sull'amo a calzetta fisso (overo non si cambia mai) e sgalla leggermete l'esca rendendola leggera e flottante. Sono anche molto utili se la minutaglia da fastidio e danneggia le nostre esche. Tra i tanti modelli presenti sul mercato ve ne sono anche alcuni aromatizzati (non so se sia un pro o un contro) e comunque sempre potete usare anche gli aromi che più vi aggradano. Sono disponibili nei colori bianco, rosso e color bronzo da scegliere in base alla giornata e allo spot. Se li provate fateci sapere che risultati vi danno e come li utilizzate. Solo una precisazione. Visto che costano circa 10 €cent cadauno pasturate con bigattini veri.
Da Segreti della Pesca

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lunedì 22 ottobre 2012

Pescare a ottobre dalla spiaggia

Questo articolo è stato richiesto da Alfonso da Napoli che via mail ci chiede: Sono un pescatore poco assiduo di paf - surfcasting e vi scrivo per sapere quali prede posso insidiare il mese di ottobre dalla spiaggia e che esche mi consigliate? Caro Alfonso, come tu be sai ottobre è un mese di transizione tra i fasti estivi dovuti ai carnieri a base di mormore e orate e l'inverno porattore di spigole di taglia, saraghi e gronghi. Ricorda quindi se vai a epsca amare calmo di usare accorgimenti da paf quali: esca rossa e coreano, fili sottili, lanci lunghi e grande sensibilità per beccar ele mormore che in questo periodo se abboccano sono belle grosse, cosi come le orate. Se invece incappi in una bella mareggiata porta con te cannolicchi, seppie ed esca rossa. Quest'ultima dalle tue parti anche a mare mediomosso da i suoi frutti con le spigole di media taglia. Ricorda di adeguare i lanci alla turbolenza e di idmensionare correttamente fili ed ami alle correnti da affrontare. Non dimenticare di portare con te una tuta termica in quanto con minime di circa 10°C e vento freddo potrebbe essere proibitivo trattenersi nelle ore notturne sprovvisti. Purtroppo il meteo per queste ultime due settimane di ottobre non da grosse chances di mareggiate profique per il tuo areale (pare ci sarà solo vento di quadranti N) ma ricorda che appena girerà il vento avrai bellissime occasioni di cattura. In culo alla balena e mandaci le foto delle tue catture.

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domenica 14 ottobre 2012

Prime catture di Ottobre

Report da Capoverde. Stamani partenza alle 5 per essere in pesca alle 6. Montiamo due canne, una Nexave CX 3,00 m con Twin Power 10000 SWA e la Lesath Kaibutso long cast di 2,49 m con lo Stella 10000 SW ambedue con il trecciato da 80 lb Power Pro, fino a qui tutto Shimano mentre il finale è in fluorcarbon dello 0,72 Seaguar. Iniziamo a con una saponetta e un popper, poi sulla Lesath monto una saponetta bianco/azzurra da 4 oz al terzo lancio inseguimento senza toccare l'esca, al lancio successivo con un attacco dal basso rimane all'amato un GT che dopo una discreta lotta viene salpato non senza difficoltà visto il mare abbastanza grosso, del peso di kg 8,420. I lanci si susseguono alle sostituzioni artificiali, è arrivato il momento di montare un popper Yo-zuri da 3e1/4 oz che ci aveva dato buone soddisfazioni in passato, sulla Nexave, dopo una decina di lanci ero quasi sul punto di sostituirlo quando viene attaccato da una bella Lampuga che si mostra in tutta la sua bellezza facendo due o tre salti, poi dopo un prolungato combattimento anch'essa viene salpata e pesata 7,110 kg. Oggi è stata una bellissima giornata di pesca, rallegrata anche da quattro catture di piccoli Bonito intorno al chilo e mezzo prontamente rilasciati. A cura di Capoverde Fishingholidays.

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venerdì 12 ottobre 2012

La foce

Tutti sappiamo che per definizione la foce è la zona dove si incontrano le acqua dolci provenineti dell'entroterra con quelle del mare. Ovviamente le acque dolci scorrono verso il mare a causa della differenza di altitudine dalle queli provengono. I fenomeni ai quali possiamo assistere in foce sono molteplici. Innanzitutto le acque dolci e quelle salate non si mischiano subito ma nella zona a monte ed a valle della foce avviene una stratificazione con acque salate in basso e quelle dolci sopra. Questa stratificazione insieme alla creazione di un gradiente di salinità è uno dei fenomeni che permette ai pesci di mare tipo la spigola e l'orata di risalire per chilometri i fiumi. Inoltre al congiungimento tra mare e acqua dolce si ha sempre un effetto della marea. Quando questa sale tende a contrastare la dicesa dell'acqua portando nel fiume, canale o lago delle grandi quantità di acqua salata. In queta fase si ha la maggiore aggressività dei predatori alla costante ricerca dei muggini e di altre piccole specie. Pescando in foce conviene sempre attendere i picchi di marea sopratutto se stiamo pescando a bolognese. Infatti in questi momenti si ha anche una diminuzione della corrente che porta agevolmente al nostro amo i pesci che risalivano la scia della pastura. Se pescate in foce ricordate sempre di arrivare armati di prodotti contro le zanzare in quanto questi insetti vivono e prolificano ai margini dei corsi di acqua dolce.

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martedì 9 ottobre 2012

Pescare all'inglese


Iniziamo col chiarire che la pesca all’inglese è una delle discipline più nobili e versatili in assoluto, ma assolutamente non ha nulla a che vedere con tutte le varianti che si vedono a pesca. Canne telescopiche, cime fuori dall’acqua, nylon normali, piombi da bolognese e pasturatori sono delle contaminazioni di una tecnica nata con ben altri presupposti. La pesca all’inglese prende questo nome dal paese dove è stata inventata. Immaginate di abitare in un paese dove piove spesso, il clima è impietoso, il vento è la norma e voi siete degli appassionati di pesca al lago. Sopratutto il vento è capace di disturbare l’azione di pesca al colpo in quanto fa pressione sulla lenza in bando e sposta il galleggiante. Gli inglesi hanno risolto egregiamente il problema utilizzano canne ad innesti con molti anelli (almeno 15), fili affondante, galleggianti piombati che volano anche contro vento e piombi fatti di piombo morbido da aprire e spostare sulla lenza. Iniziamo a vedere l’attrezzatura. La canna per la pesca all’inglese è ad innesti, 3 sezioni e 15 anelli. Manico in sughero per avere pronta presa sotto la pioggia. Mulinello da 4000 imbobbinato con filo rigorosamente affondante, in modo da sfuggire all’azione del vento. Alla congiunzione del filo in bobina col finale microgirella. Finale in nylon sottile (0,14 – 0,10) e amo del 20 (se pescate a bigattini). La piombatura va fatta con 5 piombi del tipo da pesca all’inglese, ovvero di piombo morbido che all’occorrenza si aprono e si spostano, e a fine pescata si mettono di nuovo in cassetta. I galleggianti sono del tipo scorrevole e piombato (1+1, 2+1, 3+1, 1+2, 2+2, 3+2, ecc ecc ) con fusto lungo ed antenna colorata che all’occorrenza si smonta e fa posto allo starlight. In caso di mare mosso si possono montare piombi bodied, ovvero con il bulbo finale ingrossato che conferisce maggiore stabilità all’onda. A parte i galleggianti economici in plastica posiamo comprare quelli in penna di pavone. Molto costosi ma di certo migliori in pesca. I più attenti di voi staranno riflettendo sul galleggiante. Se monto il galleggiante scorrevole poi in pesca il nylon ci scorre dentro e io non posso regolare la profondità di pesca? Per ovviare a questo inconveniente fermiamo il galleggiante con un nodo uni a 3 spire e ripetuto 2 volte sul filo in bobina. Facciamo un esempio. Vorrei pescare da una scogliera su un fondale di 4 metri radente il fondo. Faccio il mio nodo stopper a 3,9 mt dall’amo e via. Facile e versatile in quanto il nodo lo posso spostare e salire a galla o scendere sul fondo. Non ve l’avevo ancora detto ma la pesca all’inglese è la più versatile in assoluto, infatti regolando il peso del galleggiante posso pescare più vicino o più lontano da riva. Inoltre avendo il filo teso tra la canna e il galleggiante la ferrata è veloce e precisa. Il massimo per inchiodare i pesci che mangiano male o incerti. In uno dei prossimi articoli parleremo della pesca all'inglese leggerissima per insidiare le spigole.

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sabato 6 ottobre 2012

Sbloccare le sezioni di una canna telescopica

Le canne telescopiche sono di certo una grende comodità in quanto rendono possibile "montare" la canna solo facendone scorrere le sezioni senza dover badare agli spigot, innesti ed altro. Occorre però ricordare che le telescopiche vanno incontro ad un piccolo difetto legato proprio allo scorrimento delle sezioni: Il bloccaggio delle stesse. Questo problema capita a tutte le canne telescopiche indipendentemente dalla tecnica che si utilizza a causa si tutta una serie di circostanze che andremo ad analizzare. In primis abbiamo la pioggia e la forte umidità. Infatti quando piove le sezioni della canna si bagnano e quando andiamo a richiudere la telescopica rimane dell'umido nelle sezioni della canna. Alla pescata successiva quando andiamo ad aprire la canna il velo di acqua che è rimasto nella stessa fa scorrere le sezioni più del dovuto causandone il blocco. Problema analogo è dovuto all'umido della serata. Se durante la pescata muoviamo, ruotiamo o chiudiamo una sezione e poi la riapriamo poniamo dell'acqua tra le sezioni. lanciando poi queste scorrono tra di loro creano uno dei peggiori incastri. Altre possibili cause possono essere accumuli di sporcizia nell'incastro. Dovuti alla pastura utilizzata in pesca che spargiamo a causa delle mani sporche, segatura dei bigattini, resti di esche ecc. ecc. In tutti questi casi quando andiamo a chiudere la canna una sezione rimane bloccata e non ne vuole sapere di chiudersi. Cosa fare? In primis cerchiamo di sistemare la cosa prima di tornare a casa con la canna aperta. Mettiamoci comodi e osserviamo la situazione. Spesso per sbloccare il tutto basta ruotare leggermente le due sezioni. Ricordate di ruotare sempre nei due sensi in quanto potreste peggiorare la situazione. Se la cana non ne vuole sapere desistete, avrete bisogno di altro. Evitate colpi o movimenti strani, potete solo rompere il carbonio o danneggiare gli anelli. Portatela a casa e mettete dello svitol tra le sezioni, tenete la canna verticale e dopo un giorno riprovate. In alternativa prendete tre bottiglie di acqua e mettele nel freezer. Quando sono ghiaccio ponetele intorno alla sezione sbloccata, di modo che si abbassi la temperatura della zona. Quando la sentite davevro fredda provate a richiudere e a ruotare leggermente. In alternativa comprate una confezione di ghiaccio spray e irroratene la zona. In genere la sezione che da più problemi è quella di punta poichè è sottile e non potete fare forza. Se con tutti questi metodi non avete avuto alcun risultato smontate l'anello apicale (descritto qui) e chiedete l'aiuto di un amico. Fate in modo che il pedone sia fisso a terra e fate mantenere al vostro amico la canna, avendo cura che tutte le sezioni siano mantenute bene. Prendete un piccolo martello e una monetina, mettete questa sul cimino e poi martellate leggermente, senza violenza. L'effetto che stiamo cercando è legato alla vibrazione e non alla forza. Colpite quindi in asse con la canna, leggermente e vedrete che con pochi colpi leggeri tutto si risolverà. Se il blocco era dovuto a sporcizia lavate con cura l'interno e l'esterno della canna. Se invece notate la parte interna della canna umida tenete al solo per 2-3 giorni senza il tappo o soffiate con phon a bassa temperatura.

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lunedì 1 ottobre 2012

Pescare sul misto col piombo ballerina


Se peschiamo da una spiaggia o una scogliera la presenza nello specchio d'acqua di numerosi scogli o altro ostacoli è un chiaro indicatore della pescosità dello spot. Infatti dove sono presenti scogli, relitti, anfratti sommersi e poseidonia si sviluppa un ambiente ricco di anellidi, crostacei e piccoli pesci che poi richiama le prede più ambite. Però pescare in presenza di ostacoli mette il pescatore in condizione di preventivare la predita di numerosi piombi, o in alternativa di cercare un escamotage per evitare la perdita degli stessi. Uno di questi è l'utilizzo del piombo chiamato ballerina o temolino. Questi oggetti sono realizzati con la parte finale di piombo congiunta ad un tubicino di plastica con all'estremità un anello. Aggiunti alla nostra montatura hanno la caratteristica di disporsi verticalmente col piombo verso terra, riducendo quindi le possibilità di incaglio. Altra alternativa potrebbe essere utilizzare piombi con le alette che nel recupero si alzano leggermente dal fondo e diminuiscono le possibilità di incaglio nel recupero.

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