giovedì 29 novembre 2012

Amo O'Shaughnessy

Questo amo è così chiamato per la forma specifica dell’amo. E 'un amo standard forgiato con una forte curva e gambo medio. Questo amo è relativamente spesso, molto forte, ed è difficile da piegare nella curvatura essendo di metallo spesso e forgiato. La curva stessa ne scoraggia l’utilizzo con i vermi in quanto ne provoca la rottura. Nelle misure medie e nelle versioni con anello viene universalmente consigliato per esche voluminose e pesci che attaccano voracemente l’esca e che combattono duramente. Generalmente sono prodotti progettati per acqua salata ed è usato generalmente nella pesca a fondo sia dalla spiaggia che a bolentino. Le dimensioni variano da 3 a 19 / 0. Buca facilmente il palato di tutti i predatori ed è per questo che ci si affida a questo modello se si è a pesca e non si utilizzano anellidi. Il modello a gambo lungo viene consigliato per la pesca con il bibi in quanto innescato con l’ago ad occhiello il verme non si danneggia. D’altro canto la resistenza strutturale lo rende idoneo a fronteggiare l’orata, chiamata schiaccianoci per il suo possente apparato boccale.

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lunedì 26 novembre 2012

Nodo uni

Legare ami e girelle col nodo uni. Questo nodo lo possiamo definire come il jolly della pesca. Facile da realizzare anche a mare e con forte vento vanta numerosissimi utilizzi. Nello specifico fatta salva la legatura dell'amo a paletta è possibile legare quasi tutto: ami ad occhiello, girelle, la lenza alla bobbina ed anche lo shock leader alla lenza in bobbina. Esercitatevi e vedrete come a pesca potrete risolvere facilmente tutte le situazioni nelle quali vi occorre un nodo veloce. A seguire video tutorial con tutte le delucidazioni n merito. Buon lavoro.



Il nodo uni può essere anche utilizzato per unire due fili con diametri simili. In questo caso si ha l'accortenza di realizzare un uni to uni, ovvero due uni realizzati passando ognuno nell'altro capo. Qui il video con tutti gli esempi.

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venerdì 23 novembre 2012

Enorme granchio dalla Tasmania

Quando si parla di grosse prende pensiamo a Marlyn, Spada, Dentici, ma stavolta mi è giunta notizia di una grossa preda presa in tasmania che altro non è che un granchio gigante. Vista la foto sono rimasto davvero colpito, non immaginavo potesse esistere un granchio cosi grosso, anomale che per inciso pare non abbia ancora raggiunto la sua piena maturità e crescerà ancora. Questo simpatico animale si chiama claude ed era destinato ad essere bollito in pentola e poi condito con burro fuso, ma pare del personale del Sea Life centre in Weymouth, Dorset abbia saputo della cattura e lo abbia comprato per 4800$ per metterlo nel proprio acquario, dove crescerà ancora. Bel gesto e bella cattura, e pensare che lo avrebbero mangiato. Per la cronaca Claude appartiene ad una famiglia di granchi pescati in tasmania dal 1992, ovviamente nel rispetto di quote di cattura per evitarne l'estinzione, e raggiunge 50 cm di diametro al carapace e 13 kg di peso e sono molto apprezzati in Australia. Bella preda. Le fonti: http://en.wikipedia.org/wiki/Tasmanian_giant_crab http://www.dailymail.co.uk/news/article-2137356/Monster-Tasmanian-King-Crabs-saved-pot-shipped-Britain-aquarium-display.html .

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martedì 20 novembre 2012

Pesca Inglese: sgrassare il filo in bobina

Come anticipato nell'articolo sulla pesca all'inglese questa tecnica si rivela vincente quando viene praticata con la cima della canna nell'acqua e il filo (affondante)immerso. Molti di voi avranno osservato che dopo alcune ore di pesca il filo perde in parte il suo potere affondante e tende a rimanere sulla superficie dell'acqua rendendo meno pronta la ferrata. Questo fenomeno è dovuto all'accumularsi sul filo di sostanze idrofobe (in genre lipidi) che sono presenti nell'acqua e si legano al filo. Ora se pescando dalla scogliera il problema si presenta dopo diverse ore di pesca al laghetto in cerca delle caroe in presenza di forte pasturazione il problema si presenta dopo poche ore di pesca. Per ovviare a questo problema occorre pulire il filo con prodotti a base di tensioattivi non troppo aggressivi capaci di eliminare i lipidi dal filo in una unica passata ma senza logorarlo. Il metodo più usato consiste nel portare nello zaino da pesca all'inglese una bottiglietta di acqua da mezzo litro con del sapone per i piatti diluito in acqua (1 tappo in 200 ml) e una spugnetta da cucina del tipo molto poroso. All'occorrenza o a intervalli regolari mettete dell'acqua saponata sulla spugnetta e poi adagiate questa sul tripode, sulla recinsione del laghetto o sugli scogli e recuperando il filo fate in modo che questo scorra sulla spugnetta pulendosi. Se poi vi piave avere attrezzatura da pesca molto tecnica potrete acquistare anche accessori per il vostro panchetto che oltre a fare da rod pod alloggeranno la spugnetta per detergere il filo.

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lunedì 19 novembre 2012

Spigola di 4,730 Kg

Pubblichiamo la foto inviataci da Gustavo G., amico di facebook del gruppo AMICI DI SEGRETI DELLA PESCA. Si tratta di una signora spigola di 4,730 Kg catturata a spinning con artificiale yamashita blues code slim (testa rossa.Canna berkley 3.30mt, mulinello shimano exage 4000,monofilo 0.35. Complimenti per la cattura e speriamo capiti a tutti noi di incontrare un avversario di questo calibro. Complimenti.

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lunedì 12 novembre 2012

Come è fatta la canna da pesca

Una grande rivoluzione nella tecnologia della produzione della canne da pesca è stata la diffusione della fibra di carbonio a prezzi accessibili a tutti gli appassionati. Prima del carbonio le canne erano in fibra di vetro, fenolico, legno ma i risultati intermini di curvatura dello stelo e leggerezza non erano minimamente paragonabili. Attualmente si utilizza la fibra di carbonio, anche se a dirla tutta la fibra di carbonio da la struttura alla canna mentre la matrice in resina le conferisce stabilità. La fibra di carbonio è in pratica un filato che vienen tessuto con particolari motivi per ottenere dei pezzi che paiono tessuto con i fili disposti in modo da avere rigidità, resistenza, elasticità in base alla canna che vogliamo produrre. Ovviamente in base allo spessore dle tessuto e alla disposizione delle fibre cambia azione della cannan e reistenza delle varie sezioni. Il tessuto di fibra di carbonio, in genere già intriso di resina epossidica non polimerizzata, viene arrotolata attorno al mandrino, una forma cilindrica che serve a fornire supporto e a dare la forma al fusto. Una volta terminata questa operazione si mette la canna in un forno ad alta temperatura che permette la polimerizzazione della resina e la stablizzazione della struttura. Ultimo elemento degno di nota è la spina. Questa è una riga longitudinale della canna dotata di particolare resistenza poichè è la zona dove la fibra di carbonio si accavalla. Avendo questa caratteristica va da se che l'azione di una canna varia a secondo che se la montiamo con gli anelli in spina o controspina.

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venerdì 9 novembre 2012

Pesca facile alla trota nel laghetto

La diffusione dei laghetti con le trote per la pesca sportiva hanno contribuito a diffondere la pesca pochè oltre a divertirsi nella pesca poi ci si porta a casa due trote, il che è cosa buona e giusta. La differenza con il carpodromo è grossa, li la carpa la rimetti in acqua, qui ti riporti la trota a casa. Il costo in genere è di circa 10 euri e tutte le trote che si pescano ce le possiamo portare a casa. Fin qui tutto ok ma poi andiamo sul laghetto e prendiamo una trota massimo, mentre i professionisti con spinning e mini artificiali, tremarella o altro fanno strage. Occorre una tecnica di pesca che ci consenta di prendere delle trote in maniera facile. Iniziamo con il ricordare che la trota è un predatore formidabile che attacca anche le cicche di sigaretta in movimento. Ed è su questo tasto che giocheremo. Per questa pesca occorre una canna da trota, ma anche una bolognese si può adattare, un mulinello del tipo 1000 o 2000 con filo 0.16, girelle triple, pallini di piombo, galleggianti fissi da 2-3-4-5 gr, ami da camola e camole del miele. Per la montatura procediamo come se dovessimo pescare a bolognese con finale da 50 cm attaccato alla girelle. A monte della girella mettiamo la nostra spallinatura raccolta. Io consoglio di utilizzare pallini da 1 gr disposti raccolti. A seconda della disposizione della piombatura e della velocità di recupero sonderemo il laghetto a diverse profondità. Più in basso sarà la piombatura più le camole viaggeranno in prossimità del fondo. Più veloce sarà il recupero e più l'esca si alzerà. Innescate due camole, una a calzetta ed una in punta all'amo e fate i primi lanci. Se al variare della velocità di recupero non avrete abboccate spostate i pallini e riprendete il lavoro. Con questa tecnica non potrete competere con i professionisti della trota laghetto ma vi leverete belle sodifazioni.

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martedì 6 novembre 2012

Aromatizzare i bigattini con il curry


Il curry è una spezia molto utilizzata in cucina nei paesi asiatici ed in particolare in india. Dire che è una spezia in effetti è un errore poichè il curry è composto da una miscela di spezie, tra le quali è sempre presente curcuma, cumino, pepe, cannella, zenzero, coriandolo. Il suo colore è un giallo intenso mente il sapore è piccante e penetrante, ottimo con le carni e col pesce. A livello alieutico il curry risulta importante come insaporitore di bigattini. Infatti bastano 4 cucchiai di curry per kg di bigattini per ottenere un aumento di catture dovuto a diversi fattori. Tra tutti pare che sia determinate il colore giallo che la curcuma dona al tutto e che lascia anche una scia giallastra al momento della caduta in acqua. Tale colore rimane comunque anche ai bigattini, rendendoli diversi e aromatizzati. Benchè il curry sia utilizzato da molto tempo nelle acque interne quale aromatizzante nella pesca a barbi e cavedani nella pesca in mare stà prendendo piede da poco. La sua efficace pare massima in foce. Occorre poi ricordare che unire il curry alla pastura vi può dare qualche chances in più in zone a grande pressione di pesca o in presenza di pesci apatici. Infatti il cumino e il coriandolo paiono avere propietà eccitanti e quindi potrebbero aiutarvi a spingere i pesci in frenesia alimentare. Il mio consiglio è di aromatizzare solo una parte della pastura e dei bigattini e di verificare l'effetto di questo aroma in base ai giorni e agli spot.

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domenica 4 novembre 2012

I piombi per la pesca all'inglese

La tecnica della pesca all'inglese concepita in UK e praticata in purezza prevede l'utilizzo di piombi spaccati specifici caratterizzati da grande morbidezza e resistenza. In pratica è possibile aprire e chiudere il piombino per molte volte senza danneggiarlo, e questo a tutto vantaggio della praticità in quanto durante la pescata possiamo cambiare assetto molto velocemente.Le misure disponibili sono BB, AB, AAA, SA e SSG e pesano rispettivamente 0.4, ,0.6, 0.8, 1.2, 1.6. Inoltre vi sono delle misure minori per bilancire la montatura. Occorre ricordare che i  piombi inglesi hanno la numerazione fissa, ovvero tutti i produttori si attengono alla stessa misura (BB è sempre 0.4 gr) mentre la misurazione italiana (che trovate a sx in tabella) è variabile in base al probuttore della piombatura ma sempre con numeri inversamente proporzionali al peso.
Aggiornamento del 24/10/2011. Sono stato in Irlanda e confermo che qui si pesca davvero con la tecnica all'inglese.

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