martedì 25 marzo 2014

Impariamo il lancio ground

Il pescatore di surfcasting è abituato a sfidare gli elementi: freddo vento e pioggia sono le condizioni normali di pesca. Il problema principale a surfcasting è arrivare a pescare oltre l'ultimo frangente per arrivare la dove i pesci girano alla ricerca di cibo. In questa ottica può essere utile imparre a lanciare in ground, lancio potente che carica molto la canna, e quindi restituisce questa energia come maggiore gittata nel lancio. Iniziamo col chiarire che per lanciare in ground occorre avere una canna ripartita in due pezzi in quanto le canne telescopiche non resitono alle sollecitazioni di questo lancio e creano problemi con gli anelli scorrevoli. Occorre poi un mulinello rotante o se preferite un fisso capiente (10.000), shock leader del 60, salvadito robusto, piombi adeguati alla canna. Inizialmente usate piombi "leggeri" e approfondite il movimento senza cercare la distanza. Per le prove del lancio fate in modo che alla vostra destra non vi siano amici a pesca in quanto potrebbero essere colpiti dal vostro piombo. Il corpo è spalle al mare, il drop ed il piombo ben distesi, la canna inclinata con il braccio destro più basso possibile ed il sinistro in posizione più alta possibile. Si inizia con la rotazione della testa con il peso corporeo che stà sulla gamba destra. Ruotiamo il busto mantenendo ferme il più possibile le braccia quando il nostro sguardo intravederà la mano sinistra sarà il momento di alzare progressivamente l' alzo della mano destra per prepararci ad una chiusura potente e veloce. La gamba destra dovrà spingere il peso corporeo in avanti, trasferendo così il peso dalla gamba destra a quella sinistra. A questo punto saremo con le braccia alte di fronte a noi, una canna quasi del tutto caricata che attende il momento di chiusura, che avverrà per opera del braccio sinistro che tirerà con forza verso la spalla sinistra e grazie al peso del corpo trasferito interamente dalla gamba destra a quella sinistra. Sapete che distanza possaiamo ottenre a pesca con questo lancio . . . anche 200 mt, più verosimilmente 150 se allenati, 100 se spratichiti ed 80 se alle primissime armi. Iniziate a memorizzare i movimenti con la canna senza mulinello. Poi andate in spiaggia da soli e provate, provate provate. Chiudete tutta la frizione del mulinello per non ferirvi ed evitare di lanciare storto. Poichè imparare a lanciare prevede anche vedere il movimento ecco per voi due video di un eccellente lanciatore che vi spiega passo passo come lanciare. Impegnatevi e i risultati non mancheranno.



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martedì 18 marzo 2014

Pescare in Venezuela

Il Venezuela è un paese dell'America meridionale al quale l'italia è da sempre molto legata. Nell'ultimo secolo molti italiani sono immigrati in Venezuele e grazie anche a questa presenza da sempre gli Italiani sono stati bene accolti. Il paese si distingue anche per i molti chilometri di coste e per la ricchezza di pesce sia di mare che di laguna ed acque dolci. Tra le prede più ambite non possiamo evitare di citare i Tarpon e Peakok Bass, veri treni del mare e della acque dolci che regalano molte emozioni ai pescatori e ai pesaturisti. Infatti la ricchezza di prede e lapresenz adi professionisti del pescaturismo ha creato negli ultimi anni una specializzazione nei viaggi in Venezuela dedicati alla sola pesca. Uno di questi operatori è Pierfranco Gramaglia, nato a Torino,classe 1956. Lui ci descrive cosi la passione per la pesca in Venezuela che è diventata la sua passione: Pesco dall`eta di 8 anni e vivo in Venezuela da 6. Come la maggioranza dei pescatori Piemontesi ho iniziato a cimentarmi nella pesca sulle trotelle di torrente le quali mi hanno infettato con quello splendido virus che è la pesca a spinnig. Sono poi passato ai Lucci e ai Blak bass. Con l`avanzare dell`età (e delle risorse finanziarie), ho cominciato a percorrere un pò di mondo pescando un pò dappertutto fino a quando ho trovato l`amore della mia vita il Tarpon. Preciso che però pesco un pò tutto, non si puo`mica essere fedeli tutta una vita. Ora vivo in Venezuela ,costa sud dei Caraibi e ho un piccolo centro di pesca, per niente lussuoso ma dedicato a pescatori veri in cerca di emozioni a prezzi contenuti pronti a rinunciare al lusso per un paio di giorni di pesca in più. Pesco il Tarpon da anni Cuba, Messico e Costa Rica, per me il pesce piu`sportivo in assoluto a spinning. Ho tra i miei clienti pescatori di salmoni che pensavano di avere raggiunto il massimo ma con il Tarpon o Sabalo, come viene chiamato nel Caribe, è un'altra storia. Il Tarpon può venire insidiato anche in mare pescandolo a traina o a spinning ma è in laguna che secondo me si raggiunge l`apoteosi. Continua, per info viaggi cercate Pier Franco Gramaglia su facebook.

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domenica 9 marzo 2014

Attenzione alla Caravella Portoghese

Con questo articolo vogliamo porre l'attenzione sulla diffusione di un nuovo pericolo a pesca: la Caravella Portoghese (Physalia Physalis), associazione di quattro diversi animali spesso confusa con una medusa ma molto più pericolosa. La caravella portoghese è molto diffusa nelle areee calde dell'oceano pacifico dove vive da sempre e scorrazza per i mari sospinta dal vento alla ricerca di cibo che agguanta con i tentacoli, dissolve e poi ingerisce. Nonostante la sua pericolosità la caravella non avrebbe raggiunto le pagine di questo blog se non ci fossero state diverse segnalazioni di catture (badate bene non avvistamento ma catture portate alla capitaneria) registrate in italia. Questo animale è formato dalla consociazione di quattro animali diversi che vivono attaccati e che svolgono ognuno il proprio compito (tipo la cupola utile per stare a galla, i tentacoli, la parte digerente) e sono proprio i tentcoli ad essere molto velenosi perchè contengono fino a 10 veleni diversi, riconoscibili dai diversi colori, che causano anche paralisi muscolare e arresto cardiaco nei casi più gravi. Si muove nei mari sospinta da vento e correnti marine e si ipotizza si stia diffondendo anche lungo le nostre coste probabilmente a causa dell'innalzamento della temperttura del mediterraneo (tropicalizzazione), fenomeno già registrato per il barracuda. Se avete incontro con la caravella portoghese vi preghiamo di documentarli e segnalarceli, ovviamente portando la massima cautela per la vostra inculumità e di coloro che vi circondano.Qui un link di un articolo che parla della cattura di una caravella. Nuovo avvistamento link.

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giovedì 6 marzo 2014

Caricare il filo in bobina

Dopo avere acquistato un nuovo mulinello è d'obbligo riempire le bobbine con il filo da pesca. Per procedere correttamente occorre per prima cosa leggere sulle bobbine quanto filo possono contenere in base al diametro (ci sono scritte tipo 220 m 0,20 ecc ecc) e fare le nostre scelte in base al numero di bobbine, alla pesca che faremo, alle necessità che avremo e se vogliamo metterci del nylon o del multifibre. Una volta fatta la scelta del diametro avremo chiaro quanto filo ci serve epotremo andare dal nostro negoziante di fiducia ad aquistare del filo progettato apposta per lavorare in bobbina (quindi resistente, con poca memoria e ricoperto di silicone se crediamo di andare incontro a problemi di abbrasione. Se non lo avete è necessario acquistare un imbobinatore a ventosa, costa pochi euro ma vi permette di caricare con tensione costante il filo in bobbina e quindi evita problemi che potrebbero sorgere durante il lancio. Una volta a casa non vi resta altro da fare che agganciare la ventosa dello strumento su di una superficie verticale, agganciarvi la bobbina di nylon e regolarne la frizione, legare la lenza alla bobbina dle mulinello e con tanto olio di gomito avvolgere il tutto. Ricordate di non riempire il mulinello sino al limite superiore ma di rimanere almeno 2 mm liberi per evitare parruche durante il lancio. Alcuni pescatori sono soliti mettere l'imbobinatore la bobbina di filo in una bacinella con l'acqua perchè ritengono che il filo bagnato dia un risultato migliore nell'avvolgimento dul mulinello.

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lunedì 3 marzo 2014

Riparare una canna da pesca

Una delle rotture alla quale vanno più soggette le canne da pesca è la rottura dell'anello apicale. Su questo anello la lenza della bobbina sfila a velocità altissima durante il lancio, mentre al recupero sfrega con molta energia portando acqua marina. Una volta a casa se non operiamo ciclicamente lavaggio e spazzolamento degli anello potremmo ritrovarci con un anello corroso dal sale, quindi con i ponti ossidati pesantemente o il sostegno della pietra rotto. Se invece usiamo il multifibre potremmo avere la nostra pietra segnata, cosi come a seguito di una caduta accidentale sugli scogli. Se invece sbagliamo un lancio il filo potrebbe arrotolarsi attorno all'apicale e poi spezzare il cimino della canna in prossimità dell'anello a causa della forza cinetica impressa al piombo. In tutti questi casi possiamo risolver evelocemente avendo a disposizione pochi attrezzi utili e un anello do riserva. Ricordate che esistono vari tipi di anelli apicali ed è bene acquistarne sempre un assortimento di riserva da tenere in cassetta. Occorre poi avere un multiuso con pinza, colla a caldo, accendino. Se sostituite un anello lesionato scaldate il gambo dello stesso (dove è alloggiato il cimino) per 2-3 secondi e poi con la pinza tirate l'anello. Questo uscirà con un lievissimo sforzo. Guardate con attenzione il cimino alla ricerca di lesioni, spaccature o parti di cabonio mancanti. Se si dovesse evidenziare qualcuna di queste situazioni tagliate l'apicale (in genere bastano pochi mm) sino ad eliminare la parte rotta. Se invece si è rotta la canna recuperate l'apicale ed eliminatene la parte rotta del cimino, poi tagliate la punta per eliminare le parti sfibrate o danneggiate. Adeso abbiamo un cimino ed un anello. Prendiamo la colla a caldo e scaldiamone l'estremità con l'accendino sino a farla diventare liquida, poi passiamoci sopra il cimino e subito dopo poniamo il cimino nell'apicale. Per uno o due secondi ruotiamo il cimino nell'anello per ditribuire la colla. Aspettiamo due minuti e poi eliminiamo gli eccessi di colla che escono dall'anello. Ora non vi resta che continuare a pescare. Badate bene che mentre riscaldate l'anello questo potrebbe "scoppiare" verso fuori a causa di bolle d'aria presenti nella colla che lega cimino e anello, raccoglietelo, pulite l'alloggiamento per il cimino e poi proseguite.

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