giovedì 14 ottobre 2010

Esche: le cozze



Nel loro ambiente le cozze sono degli importanti organismi marini capaci di filtrare l'acqua del mare e da essa trarre nutrimento. Tra i principali antagonosti delle cozze in mare abbiamo le orate, pesci aiutati da un imponente apparato boccale capace di schiacciare la cozza e di mangiarne solo la parte edule schiacciando e sputando ripetutamente il tutto. Gli altri pesci non disdegnano la cozza, anzi la mangiano volentieri a patto di trovarle già rotte, aperte o più o meno lesionate. In virtù di queste considerazioni possiamo utilizzare la cozza come esca quando andiamo a pesca in mare, facendo le dovute distinzioni a seconda se peschiamo a fondo o a bolentino. A fondo abbiamo bisogno di una cozza soda, che tenga bene a lancio e che rimanga al suo posto. Prendiamo quindi tre cozze di medie dimensioni, apriamole aiutandoci con un coltellino e teniamole al sole per circa 10 minuti. Cosi facendo otterremo un indurimento delle carni. Dopo averle tenute al sole togliamole dalle valve e passiamole tutte con l'amo come se volessimo cucirle. Infine prendiamo un ago da innesco, poniamolo a supporto del salsicciotto che abbiamo creato e passiamo il tutto con del filo elastico per avere maggiore solidità. Lanciate senza forzare. A bolentino prendiamo sempre tre cozze di cui due sono da separare subito dalle valve. Passiamole una volta delicatamente con l'amo poi prendiamo quella intera e apriamola senza romperla. Passiamo l'amo nel frutto della cozza interafacendo in modo da avere una cozza formata da due valve e tre frutti passati con l'amo. Avviciniamo le valve lasciano un'apertura di 2 mm e diamo pochi giri di filo elastico. Caliamo sul fondo senza tenere troppo in tensione e attendiamo la toccata, a quel punto non ferriamo subito ma diamo all'orata il tempo di rompere il guscio. Ricordate che analogamente a quanto riportato per i cannolicchi anche le cozze si possono conservare in soluzione satura.

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