domenica 30 gennaio 2011

Le esche a bolognese in mare

Come sempre quando si parla di pesca la domanda cade sempre sulle esche. A bolognese, contrariamente ad altre tecniche, la scelta forse è meno ampia in quanto il bigattino (o cagnotto) la fa da padrone. Infatti questa larva introdotta nella pesca alle acque interne circa trenta anni fa ha preso il predominio su tutte le altre disponibili grazie alle sue caratteristiche. In primis è economica costando tra i 4 e i 6 euro al chilo. Poi occorre ricordare che è viva, e lo rimane anche dopo essere stata innescata all'amo, per cui si muove in maniera naturale anche se cela l'insidia del nostro amo. Poi a mare crea una scia di pastura che se fatta con cura porta i pesci sino al nostro amo, e questo è un aiuto certo se paragonato ad esche tipo il coreano. Insomma il bigattino è l'esca principe per la pesca a bolognese, ma se siamo in uno spot dove il bigattino non è ammesso? Tipo un laghetto artificiale o un'area portuale con specifico diieto? Una valida alternativa è il coreano innescato intero per la testa o a pezzi. Poi abbiamo l'esca di palo, utilissima per i saraghi a mare mosso o scadura, la sarda a tocchetti buona un poco per tutti i pesci, il pane eccezionale per il cefalo, la pastura per cefalo, occhiate e orate. Insomma se potete scegliere utilizzate il bigattino per andare sul sicuro ma ricordate che avete delle validissime alternative. Tra le esche di cui si vocifera a bassa voce sui moli ma di cui non vi sono evidenze reali sulla loro efficacia posso ricordarvi il peto di pollo, il sangue e addirittura il topo vivo.

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