giovedì 14 giugno 2012

DRIFTING AL TONNO ROSSO IN MEDIO ADRIATICO Parte I

Siamo ormai giunti nel mese di Settembre e nei porti del medio Adriatico gia’ ci si incontra in banchina per i racconti delle varie esperienze di pesca al Tonno rosso, perchè qui la pratica del drifting è da sempre la piu’ diffusa. Tutto cio’ grazie alla grossa quantita’ di tonni che trovano nelle acque antistanti le coste di Abruzzo e Marche un abitat assai favorevole, dove spesso si svolgono le piu’ importanti gare di drifting, ad esempio il campionato del mondo disputato a Giulianova nel 2009. La zona principalmente battuta è quella della “Fossa” che si trova a circa 25 miglia dal porto di Ortona (Ch) e 15/20 miglia dai porti di Pescara (Pe) e Giulianova (Te), ma anche facilmente raggiungibile da San Benedetto (Ap). Questo specchio di mare è uno dei punti piu’ profondi del Mare Adriatico e raggiunge una profondità massima di circa 240 metri, inoltre vi sono presenti a pochissime miglia,numerose e importanti piattaforme off-shore che attirano notevoli quantita’ di pesce. Nei mesi di Agosto e Settembre, è possibile insidiare il tonno rosso anche a poche miglia dalla costa, quando seguono senza tregua i branchi di sardine e alici che si avvicinano alle coste. Per la pratica di questa disciplina occorrono sicuramente imbarcazioni con notevoli caratteristiche marine, capaci di affrontare i repentini cambiamenti metereologici tipici di questo mare. Nel corso degli anni, a causa della pesca professionale sempre più distuttiva e senza controllo, le taglie sono diventate sempre piu’ piccole e ormai rare catture sopra i 100 kg. Mentre negli anni passati erano piuttosto normali esemplari sopra il quintale, che potevano tranquillamente arrivare a duecento o addirittura trecento Kilogrammi, oggi la taglia media si aggira attorno ai 50 kg. Tutto cio’ ha portato quindi a un calo di libraggio delle attrezzature, che dalle vecchie 130 lb.di un tempo Sono passate a 50 lb. e per i piu’ esperti anche 30 lb. Le canne di tipologia stand-up sono normalmente carrucolate, anche se oggi esistono anelli di qualita’ ,capaci di sostituire le classiche carrucole e vengono impiegati sulle canne di piu’basso libraggio. I mulinelli invece rigorosamente rotanti devono essere dotati di un freno frizione molto preciso e potente e nella maggior parte dei casi si preferiscono quelli a doppia velocita’, in modo da poter stuzzicare la preda nel caso si posi sul fondo. I monofili caricati sui mulinelli dovranno avere lo stesso libraggio e verra’ creata nella parte finale, una doppiatura lunga circa 6/8 metri mediante il tipico nodo “bimini-twist”. A questo punto con la tecnica “loop to loop” (asola su asola), verra’ inserito il finale in “Fluorocarbon” chiamato “wind-on” da 95 a 125 lb. e legato infine l’amo (6/0 o 7/0), con relativa girella applicata precedentemente aprendo e richiudendo l’anello dell’amo stesso, magari a casa e con l’aiuto di una tenaglia. Emidio Pascucci.QUI IL CONTINUO.

1 Comment:

Anonimo said...

Per via della pesca professionale il tonno rosso si era praticamente estinto nel medio adriatico. Le catture sono riprese proprio nel 2009 come descritto nel articolo.
Purtroppo però la taglia media dalle nostre parti è intorno ai 100 kg, e pensare che prima a circa 12 mg , intorno alla piattaforma Clara ovest al largo di Ancona si pescavano tutti esemplari da minimo 180-200 kg.
Speriamo che la pesca professionale venga tenuta sotto controllo in modo che tornino le locomotive del mare di una volta.