Una delle ferite più comuni che si riportano a pesca è quella che ci si procura con l'amo da pesca. L'amo è costruito e progettato per entrare nei tessiti molli e rimanerci agganciato, per cui se inavvertitamente capita di autoallamarsi occorre seguire delle semplici ma dolorose operazioni. Questo tipo di ferita si genera quando si perde il controlli del filo del terminale che si tende e aggancia la pelle, penetrando nel tessuto. Passata al prima fase di stupore e paura occorre procedere lentamente facendosi aiutare da qualcuno pratico e poco pauroso. Innanzitutto si deve togliere il filo dall'amo per essere liberi nei movimenti, poi versare alcool o acqua ossigenata per ridurre la carica batterica presente sull'amo. Essendo gli ami muniti di ardiglione è inutile provare ad estrarre l'amo verso la parte posteriore poichè si lacerano i tessuti e si proverebbe un dolore lancinante. Occorre invece fare uscire tutta la parte della punta e dell'ardiglione all'esterno della ferita (come se fosse un percing), poi con una tronchesina occorre tagliare la parte iniziale dell'amo sin dopo l'ardiglione e solo in questa fase sfilare via l'amo. Queste operazioni sono semplici ma devono essere praticate con fermezza e calma, evitando di martoriare i tessuti e di provocare ulteriori lacerazioni. La parte va subito cosparsa si alcool o altro battericida e poi ci si deve portare al pronto soccorso per effettuare una visita con relativa cura medica. Se non ci si sente in grado di praticare la manovra descritta portaresi al pronto soccorso dove i medici sono abituati a curare ferite di questo tipo. Nel caso ci si dovesse ferire con la'ncoretta degli artificiali da spinning staccare l'ancoretta dall'artificiale e poi tagliare l'ancoretta con la tenaglia. La nostra speranza è che non abbiate mai bisogno di seguire queste istruzioni, cmq rivolgetevi sempre al pronto soccorso per le cure del caso.
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